Eravamo come voi: Storie di ragazzi che scelsero di resistere by Marco Rovelli

Eravamo come voi: Storie di ragazzi che scelsero di resistere by Marco Rovelli

autore:Marco Rovelli [Rovelli, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Popular Culture, Social Science, Fiction, i Robinson / Letture, Urban
ISBN: 9788858121672
Google: roGODAAAQBAJ
editore: Gius.Laterza & Figli Spa
pubblicato: 2015-07-01T22:00:00+00:00


Giovanni Zaretti (il primo a destra) insieme (da sinistra)

a Eugenio Bersani, Barbis e Carlo della Volante.

Dopo la sbicchierata, fuori dall’osteria, passa un fotografo ambulante, uno di quelli che si guadagnava da vivere girando per i paesi con la sua macchina fotografica: «Partigiani, la facciamo una foto? Dai, ve la voglio fare, state proprio bene insieme!». Zara dice di no, non se ne parla. «Qui in Ossola mi conoscono in pochi, è anche per questo che riesco a girare tranquillamente, di foto proprio non se ne parla». «Ma state tranquilli, il negativo lo nascondo bene, non lo troverà nessuno, ve lo assicuro!». «No, non se ne parla proprio!». Ma Barbis invece la vuole, sono un gruppo di cui si vuole ricordare a lungo, e oggi è una giornata propizia: così Zara deve cedere. Resta però a lato della foto, come fosse pronto per scapparsene via.

E così lo vediamo lì: con la sua giacca coloniale addosso, la fondina con la Beretta, i pantaloni da sci e gli scarponi nuovi, dono della sorella di Paolo Bossi, un varesotto fuoriuscito che faceva da collegamento fra il governo italiano di Bari e la Legazione d’Italia a Berna, che importava vini dall’Italia e li vendeva a Losanna, 7 rue du Nord.

«Poi ci hanno spediti via da Villadossola. Gli alti comandi accettavano di essere consigliati dagli industriali, e noi agli industriali davamo fastidio». Così Zara e Barbis li mandano in Val Grande, a prendere il comando della 85a. Accettano, a patto di andare con tutto il loro battaglione. «Non posso dimenticarmelo, perché era il giorno del mio compleanno, 6 ottobre 1943, e compivo 22 anni».

Ma in Val Grande si resta poco: appena dieci giorni dopo, il 16, i tedeschi attaccano in forze. E non c’è possibilità di resistenza.

«Veniamo informati che i tedeschi sono già sul versante della Val Grande sopra Cannobio e stanno avanzando verso la Val Vigezzo. A quel punto dico: Se questi vanno in Val Vigezzo ci bloccano dentro la Val Grande e ci fottono. Non tanto perché sparano meglio di te, o perché sono più di te, ma perché in Val Grande non hai più possibilità di dar da mangiare alla gente che hai lì con te, puoi andare avanti tre, quattro giorni, ma arriverà il momento che dovrai uscire. Perciò partiamo e arriviamo là al passo, che i tedeschi sono già a Domodossola».

«La notte seguente arriviamo al primo deposito di viveri. Barbis adesso riconosce che avevo ragione io sul fatto che i tedeschi sarebbero tornati a riconquistare l’Ossola. È andata come dicevi tu – meno il fatto che qualche carogna di partigiano ha detto ai familiari Se avete fame lì trovate della roba, perché l’unica cosa che troviamo lì è un bidone di giardiniera da cinque chili».

Gabi si stacca, insieme a Scalabrino, per andare a controllare l’altro deposito di viveri, in Valle Antrona. È il 18 ottobre: domani compirà vent’anni. «Non fare strade, Gabi, mi raccomando, rischi di incontrare le macchine dei tedeschi. Soffri un po’, mettici un’ora di più, ma fai i sentieri».



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